Prendiamoci cura della Terra

Un’evoluzione che non ci aveva previsto

Telmo Pievani in La vita inaspettata, pubblicato nel 2011, parte da Darwin, che definisce come l’uomo che per primo ebbe il coraggio di «oltrepassare il segno»; riparte da dove si era fermato Gould nel concludere La vita meravigliosa, e infine arriva ad aggiornare, con il suo stile colloquiale ed esatto, lo stato dell’arte delle discussioni sull’evoluzione.
In questo libro l’Autore ci rammenta che la comparsa degli organismi viventi è stata un fenomeno inatteso e ne ricostruisce la storia evolutiva come un intrico di biforcazioni privo di direzioni privilegiate, sicché anche l’animale uomo si rivela tutt’altro che l’eccezione animata dalla scintilla divina. Proprio in questo modo si conquista una rinnovata solidarietà con tutta la “rete del vivente”, come la chiamava Charles Darwin, senza nessuna concessione a fondamentalismi e superstizioni.

Il biologo inglese J.B.S.Haldane, interrogato da un teologo su quale fosse la caratteristica più spiccata di Dio creatore, rispose: “Una smodata predilezione per i coleotteri”. All’epoca se ne consideravano circa quattrocentomila specie contro… una sola del genere Homo. E forse i coleotteri popoleranno il pianeta quando Homo sapiens non sarà nemmeno più un ricordo. Frutto di cosmica contingenza, uno dei tanti arbusti del “cespuglio della vita” sopravvissuti alla lotta per l’esistenza, l’essere umano si è fatto strada in una natura che non perde occasione di ricordargli la sua piccolezza, facendogli provare il senso della solitudine nell’Universo.

Autore: Telmo Pievani | Editore: Raffaello Cortina, 2011
Pagine: 253, Brossura | EAN: 9788860304070

Potevamo dunque non esserci, così come potevamo essere alquanto diversi: non dimentichiamo che fino a 13.000 anni fa viveva ancora l’Homo floresiensis, alto poco più di un metro e alquanto diverso da noi. I meccanismi del cambiamento evolutivo sono ormai noti: la mutazione, la selezione, la deriva genetica, la migrazione e gli schemi evolutivi su larga scala. Alla base vi sono tre fattori: «vincoli interni (strutture); pressioni selettive esterne (funzione di sopravvivenza in un ambiente); eventi storici peculiari». C’è ovviamente ancora molto da studiare, ma c’è relativamente poco da discutere. All’interno del mondo scientifico il confronto continua e il testo vi dedica una certa attenzione. Il problema è che continua anche la messa in discussione della teoria evolutiva. Per quanto i sostenitori dell’intelligent design non siano riusciti a far avanzare granché le proprie tesi nel corso degli ultimi anni, l’attenzione che raccolgono in molti ambienti è tuttora notevole.

Non è un caso che le critiche alla teoria evoluzionistica abbondino sulla scrivania di chi scienziato non è, anche se magari è costretto a far ricorso ad argomentazioni pseudo-scientifiche per tentare di rendere plausibile un ragionamento fallato in partenza. Ambienti in cui si continua a cianciare dell’impossibilità di un’evoluzione «per puro caso», quando ben pochi ricercatori sostengono ormai una posizione così estrema. L’autore deve così ribadire, ancora una volta, che «l’assenza di una direzione e di una necessità intrinseca non consegna l’evoluzione al “cieco caso” e alla fredda democraticità del puro calcolo delle probabilità, bensì a un’interrelazione fra elementi casuali e storici, funzionali e strutturali, che produce una molteplicità di storie possibili. Non infinite, possibili».

Si continua a mettere in dubbio la validità dell’impianto darwiniano anche insistendo sugli anelli mancanti, come se dall’Ottocento a oggi non fosse cambiato nulla, e nonostante molti vuoti stiano pian piano cominciando a essere occupati grazie alla continua scoperta di nuovi fossili. Secondo Pievani, insistendo sugli anelli mancanti gli antievoluzionisti commettono un doppio errore, di pensare che il quesito non abbia una risposta «e di inferire da ciò che sia necessario arrendersi chissà perché al subitaneo miracolo interventista di un disegnatore intelligente». A suo dire «è uno schema di ragionamento, tipicamente umano, che fa sì che ciò che appare molto improbabile ci sembri anche impossibile, e che come tale debba allora essere spiegato attraverso un disegno, un piano, l’intenzione di qualcuno». Quando si partecipa insieme ad altri milioni di persone a una lotteria si sa che la vincita è un evento altamente improbabile, e pur tuttavia si sa anche che un vincitore ci sarà.

Insomma «la rivoluzione darwiniana, riletta attraverso le evidenze di oggi, arricchisce, aggiorna e riempie di nuovi significati la grande tradizione della saggezza naturalistica di Spinoza e di Leopardi».

Ringraziamenti
Ringrazio Michele Serra, colonna portante della libreria Messaggerie sarde, per averci consigliato questo interessantissimo volume e Raffaele Carcano per avermi inconsapevolmente aiutato nella recensione.

Crediti
Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.