Prendiamoci cura della Terra

Erano gli anni del dopoguerra…

…quando in un “basso” dormivano famiglie che contavano anche dieci figli. Case bianche, dipinte con la calce dentro e fuori, tutti gli anni, tra aprile e maggio. La calce puliva e, passata dopo passata, eliminava gli spigoli e rendeva i muri un po’ tondi.
Vicoli bianchi, che in primavera divenivano abbaglianti, interrotti da panni stesi su corde tenute su da bastoni che finivano a V.

Accanto ad ogni porta uno o più testi di basilico, a volte in compagnia di gerani rossi e rosa. I vasi erano grosse “buatte” che avevano contenuto pomodori pelati o acciughe salate. Qualche buco sul fondo avrebbe lasciato defluire l’acqua in eccesso e due buchi ai lati permettevano ad un filo di ferro di tenere sospesi i vasi. Non sia mai che la polvere o un cane…
I semi erano stati conservati dall’anno prima e in febbraio-marzo venivano interrati appena, con accortezza, nella terra rigogliosa e scura presa dai campi del Tavoliere.  Una coperta di paglia, distribuita delicatamente, era pacciamatura per non far sviluppare altre piante intruse e teneva al caldo i semi minuti per ripararli dagli ultimi freddi.

E poi, le piccole piantine. Spuntavano in tante, potevano rimanere in poche. Le più belle e quelle meglio disposte nel minuscolo campicello sospeso, venivano accudite con attenzione, innaffiate in modo che non scendesse troppa acqua dai buchi del fondo: per non sprecare acqua e non macchiare il muro immacolato.

A giugno, mentre nei campi a est, dove finivano vigne e uliveti, cominciavano a rosseggiare i pomodori, a ovest gigantesche macchine mietevano e trebbiavano il grano duro della pianura.
Intanto nelle strade di San Severo le piante di basilico erano diventate piccoli cespugli pensili e aspettavano il momento in cui avrebbero incontrato i pomodori diventati salsa e il grano fatto pasta.

I bassi si sono svuotati, le famiglie abitano case comode e spaziose e contano al massimo due o tre figli, le strade hanno perso il loro candore e acquistato nuovi colori.
Il basilico si è trasferito ai piani alti ed è passato dalle buatte ai vasi di coccio, sui balconi mescola le sue larghe foglie verdi ai fiori dei gerani e delle rose, le fragranze si fondono e le strade sorridono di colori.

A giugno, il basilico continua ad aspettare che dai campi arrivino in città grano e pomodori per incontrarli nelle pentole e nei piatti della Gente del Sud.

Crediti
Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.