Prendiamoci cura della Terra

Il cielo di gennaio affascina con la sue costellazioni e i miti

 

Il cielo osservabile a Gennaio a una latitudine intermedia intorno alle h 22 orientati a sud. La linea bianca in basso indica l’orizzonte, la gialla l’Eclittica e quella al centro l’Equatore celeste.

Intorno al 3 gennaio la Terra è in Perielio, cioè nel punto più vicino al Sole dell’orbita terrestre che, evidentemente, non coincide con quello del Solstizio invernale; in questi giorni si ha il massimo dello sciame meteorico delle Quadrantidi che prendono il nome dalla omonima costellazione collocata tra le due Orse, il Drago e Boote, eliminata nel 1928 dagli astronomi dal catalogo ufficiale delle attuali 88 costellazioni.

Sono osservabili le 4 belle d’inverno che disegnano un rombo: Aldebaran del Toro, Rigel di Orione, Sirio del Cane maggiore e Betelgeuse di Orione.

Il Sole in Sagittario passa in Capricorno intorno al 19 del mese. Orientati verso Sud di sera, vediamo tramontare a ovest la costellazione dei Pesci, seguono verso Est l’Ariete, il Toro, i Gemelli, il Cancro e il Leone. Orione è ancora nel suo massimo splendore per tutta la notte. Nel corso della notte nuove costellazioni sorgono a Est: Vergine, Bilancia, Scorpione, Ofiuco fino alla costellazione dove si trova il Sole, che illumina il giorno, spingendo verso Ovest quelle dal lato opposto.

Il Toro con le Iadi e le Pleiadi

Il Toro è la costellazione attraverso cui il Sole transita da metà di maggio a fine di giugno. Situato a nord di Orione è ricca di oggetti interessanti. Si individua dal triangolo di stelle, le Iadi, che rappresentano il muso del toro, a ovest di Aldebaran; altre stelle disegnano due corna anteriormente e il corpo dietro.

Il Toro, le Iadi e le Pleiadi

La stella più splendente, Aldebaran che rappresenta l’occhio rosso del toro, significa in arabo colui che segue le Pleiadi; è una gigante arancione che con la sua magnitudine 0,75 si pone al tredicesimo posto tra le stelle in ordine di luminosità; è situata a 65 a.l. da noi.

La costellazione ospita due ammassi aperti: le Iadi e le Pleiadi.

Le Iadi

Le Iadi, M48, sono un ammasso aperto di una quarantina di stelle radunate in un gruppo molto largo, distante circa 150 a.l; ad occhio nudo si vedono circa una dozzina di stelle disposte nella caratteristica forma a V, nei pressi di Aldebaran a formare il muso del Toro. Aldebaran non fa parte dell’ammasso, infatti è quasi a metà strada tra la Terra e le Iadi.

Le Pleiadi

Le Pleiadi, M45, sopra il Toro, sono un altro ammasso di duecento stelle raggruppate in uno spazio più ristretto: ad occhio nudo se ne vedono almeno sei, la più splendente delle quali è Alcyone, di magnitudine 3. Questo ammasso, ritenuto il più bello del cielo, si trova a circa 400 a.l. da noi. Le sue stelle sono molto giovani, hanno 20 milioni di anni, e sono circondate da una diffusa nebulosità, residuo della nube di gas e polveri da cui si sono formate.

Crab Nebula

Vicino a z Tauri è collocata M1, denominata Crab Nebula per la somiglianza con le chele di un granchio: è ciò che resta della esplosione della supernova osservata nel 1054 d.C. Con piccoli strumenti appare come una tenue nebulosità, mentre si mostra in tutta la sua bellezza in fotografie a lunga esposizione.

Sopra Aldebaran, a est, NGC 1647 un ammasso aperto di 200 stelle. A metà circa tra z Tauri e Aldebaran si trovano NGC 1907 e NGC 1817, un doppio ammasso visibile con un telescopio; il primo di circa 20 stelle a partire dalla mag.9, il secondo, a NE di circa 60 stelle a partire dalla mag.11. Osservabili con un binocolo.

NGC1907 e NGC1817

Mitologia

Nella mitologia il Toro rappresenta l’animale sotto le cui sembianze Giove si presentò al cospetto di Europa, la figlia del re di Fenicia, di cui si era invaghito. Un giorno vide la fanciulla mentre giocava sulla spiaggia assieme alle sue ancelle e, sotto le fattezze di un bel toro bianco, comparve in mezzo a loro e docilmente si lasciò accarezzare. Europa fiduciosa gli salì sulla groppa e a quel punto il toro entrò nel mare e nuotando prese rapidamente il largo. Giove condusse Europa sull’isola di Creta, dove le rivelò la sua vera identità e giacque con lei. Uno dei figli fu Minosse, re di Creta che fondò il palazzo di Cnosso. Per ricordare questa avventura amorosa, il re degli dei pose il toro tra le stelle.

Le Iadi rappresentano le ninfe che allevarono il neonato Dioniso nutrendolo di latte e miele.
Le Pleiadi sono invece le sette figlie di Atlante e di Pleione: Alcyone, Asterope, Celaeno, Electra, Maia, Merope, Taygeta. In realtà le stelle agevolmente visibili ad occhio nudo sono solo sei: Eratostene sostiene che la Pleiade più fioca sia Merope, perché fu la sola a sposare un mortale e si vergognava di tale matrimonio. Gli astronomi non si sono attenuti a questa spiegazione, visto che la Pleiade più debole è Asterope.

La rappresentazione mitologica del Toro di Hevelius capovolta orizzontalmente.

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Le mappe del cielo sono  tratte da Skymap, software scaricabile in versione demo dal sito http://www.skymap.com

Crediti

Autore: Lucia Corbo. Docente di Scienze naturali ed esperta di didattica dell’Astronomia, ha collaborato con  varie riviste curando articoli, rubriche e  materiali multimediali. Per   il Miur ha curato il cd “Gli studenti fanno vedere le stelle” e con N. Scarpel il libro “Astronomia in rete”;  ha  promosso e coordinato  le prime edizioni delle Settimane dell’Astronomia per le scuole.   Ha tenuto molteplici corsi di aggiornamento sulla didattica delle Scienze e dell’Astronomia per insegnanti  e   corsi di Astronomia per studenti ed adulti, in presenza e on line.