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La comunicazione, base delle società degli insetti

Le formiche comunicano con segnali chimici. Foto Harald Matern.

Molti etologi non condividono la possibilità di riconoscere agli animali forme di intelligenza. Tuttavia non si possono negare loro dei comportamenti “intelligenti” finalizzati al raggiungimento di particolari adattamenti all’ambiente. Basta prendere in considerazione ciò che sono in grado di fare gli appartenenti all’ordine degli Imenotteri, i cosiddetti insetti sociali. Ci si riferisce, in particolare, a quello sviluppo e specializzazione dei comportamenti che permettono agli individui di una data specie di realizzare una forma organizzata di vita comunitaria.

A dire il vero, un singolo insetto sociale non dimostra schemi comportamentali più complessi né più ingegnosi di un qualsiasi singolo insetto solitario; nessuno dei due quindi può essere definito più intelligente dell’altro. I comportamenti complessi che caratterizzano la vita sociale emergono dall’intreccio di semplici schemi individuali che, grazie alla comunicazione instaurata fra ciascun componente della comunità, si amplificano, assurgendo quasi al rango di “intelligenza”.

Un’Ape bottinatrice (Apis sp.) su un fiore di rapa (Brassica rapa). Foto Anna Lacci.

I modi della comunicazione presenti negli insetti sociali sono i più vari; quasi tutti i sistemi si basano su segnali chimici: i ferormoni. I segnali visivi, così come quelli tattili sono, al contrario, generalmente rari e semplici. Tra i primi possiamo ricordare la nota “danza oscillante” dell’ape domestica, eseguita dalle esploratrici per indicare alle bottinatrici la localizzazione di nuove fonti di approvvigionamento.

Le società degli insetti, nella loro apparente perfezione e nel loro alto grado di organizzazione, presentano un aspetto particolare. E’ come se i singoli individui non esistessero in quanto tali: è il gruppo nel suo insieme che conta e che finisce per apparire e comportarsi come un unico individuo, un “super-organismo”.

E’ sorprendente quanti parallelismi si possano stabilire fra una società di insetti ed un individuo: entrambi sono costituiti da parti; l’individuo da organi, la comunità animale da individui.

Uno sciame di api. Foto Rajes Balouria.

La divisione del lavoro esiste tanto fra gli organi che fra gli individui-membri di una siffatta società e questa cooperazione delle parti a vantaggio del tutto torna poi, di riflesso, a vantaggio della parti stesse. In cambio degli oggettivi vantaggi ricavati dallo stare insieme, i singoli  elementi  costitutivi  danno a loro volta qualcosa, perdendo così parte della propria sovranità e della propria capacità di vivere da soli.

L’apparente, assoluta perfezione derivante da questa cooperazione, è stata raggiunta ovviamente per gradi nel corso dell’evoluzione. Studi approfonditi su numerose specie dello stesso ordine degli Imenotteri hanno permesso di scoprire una grande varietà di rapporti fra gli individui che possono essere ordinate secondo una scala crescente di complessità: a partire dalle specie in cui l’insetto madre semplicemente disperde le proprie uova nell’ambiente, per passare a quelle che forniscono loro un nido protettivo, e poi via via alle specie in cui  la stessa madre rimane con le uova e la prole per nutrirla, per giungere infine alle specie in cui la progenie viene non solo tutelata ed alimentata dalla madre, ma coopera con questa nell’allevare le generazioni successive: si giunge così ad una vera forma di comportamento sociale.

Un bombo (Bombus sp.). Foto Anna Lacci.

La caratteristica fondamentale, che sta alla base di tutte le società di insetti, è dunque il rapporto madre-uovo. Le società di Imenotteri, divise in “strati sociali” o “caste”, siano esse di formiche, api o vespe, hanno tutte come “base di appartenenza” una o poche femmine fecondate. Anche nelle organizzazioni sociali più elevate e più studiate, quali ad esempio quella delle api mellifere, tutta la piramide sociale poggia le proprie basi sulla presenza di una regina madre, unica femmina feconda, il cui compito insostituibile consiste nel rifornire continuamente questa città-stato di nuovi individui, nuove operaie necessarie al mantenimento di una tale struttura.

Vespe cartonaie (Polistes dominula). Foto Juan Glez.

Nei tipi di società più evolute esiste una perfetta divisione del lavoro, che può variare anche nel corso della vita di ciascun individuo. L’esempio ci viene ancora dalle api: dal momento dello sfarfallamento, un’operaia rimane all’interno dell’alveare per i primi giorni di vita; qui si dedica dapprima alla nutrizione delle larve di operaie, successivamente si occupa della costruzione dei favi, della pulizia dell’alveare e della nutrizione della regina. Quindi esce all’aperto e trascorre il resto della propria breve vita (4-6 settimane circa) dedicandosi alla raccolta delle provviste.

Le diverse società di insetti possono avere una durata limitata nel tempo (un anno ad esempio, come accade nelle vespe sociali o nei bombi), nel qual caso alla fine della buona stagione sopravvivono solo le regine fecondate per poter perpetuare la specie nell’anno seguente; oppure, come in diverse specie di api e nelle formiche, mantenersi stabili per  parecchi anni con nuove regine-madri, che di tanto in tanto rimpiazzano quelle vecchie o danno origine a nuove colonie.

Crediti

Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.