Prendiamoci cura della Terra

Il cielo di ottobre

Il cielo osservabile a ottobre intorno alle h22 orientati a sud. La linea bianca in basso indica l’orizzonte, la gialla l’Eclittica e quella al centro l’Equatore celeste.

Il triangolo estivo ancora nel cielo autunnale

Il Sole è  nella Vergine dal 16 di settembre  e ci rimane per tutto il mese per passare il 31 ottobre in Bilancia, con buona pace per gli astrologi che sono rimasti alle posizioni del Sole di 2000 anni fa, secolo più secolo meno.

Capricorno, Acquario, Pesci e Ariete sono le costellazioni della sera da ovest a est, costituite  da stelle non   molto luminose;  bisognerà aspettare la  notte fonda per godersi il Toro e Orione.

Alzando gli occhi da Sud-Ovest  verso lo Zenit si trova un triangolo di stelle, il Triangolo estivo, osservabile per tutta l’estate e oltre.  Esso è costituito da 3 stelle di 3 costellazioni diverse: la più luminosa Vega  della Lira, Deneb del Cigno e  Altair dell’Aquila.

Il Triangolo estivo nel cielo di  ottobre

La Lira è una piccolo quadrilatero di stelle che rappresenta l’arpa di Orfeo. Vega, a Lirae[1], è una stella bianco-azzurra, quinta per splendore nel cielo, che dista da noi 27 anni luce (quindi la vediamo come era 27 anni fa). Essa splende  come 60 soli ma per la sua distanza ha una  magnitudine apparente uguale a  0 [2].

Sheliak, b Lirae, è una stella doppia con una compagna che le ruota intorno in 13 giorni per cui la sua luminosità è variabile.  e Lirae è la più famosa stella quadrupla del cielo, nota come la Doppia doppia, due stelle bianche doppie  di mag. 5. Tra  b  e g  Lirae c’è la famosa Nebulosa Anulare, M57, una nebulosa planetaria, disco di gas e polveri con una nana bianca centrale, formatasi dalla esplosione di una stella.

Il Cigno, è rappresentato da una croce di stelle, immerso in una densa zona di stelle e oggetti interessanti della Via Lattea, dalla parte opposta del Centro galattico; contiene una zona senza scura di   polveri, detta Sacco di carbone, che non permette di vedere le stello sullo sfondo.

Deneb,  a Cygni, in arabo la coda,è una stella bianco-azzurra supergigante di mag.1,3, che brilla come  60.000 soli e dista 1.600 anni luce. Albireo, b Cygni, è una delle più belle doppie del cielo, una gigante gialla di mg.3 accompagnata da una azzurra di mag.5, visibile con un buon binocolo. In questa costellazione è stato individuato, vicino alla stella h Cygni,  il primo Buco Nero, Cygnus X-1, riconosciuto perché sorgente di raggi X.

Secondo la mitologia greca la costellazione rappresenta il Cigno sotto le cui sembianze Zeus sedusse Leda, moglie del re Tindaro con cui la donna poi giacque la stessa notte; per cui concepì   due  gemelli, Castore e Polluce, il primo mortale e l’altro immortale perché figlio di Zeus.

 L’Aquila è una costellazione in cui la sua stella più luminosa, Altair in arabo significa appunto  aquila che vola; la stella bianca ha mag.0,8, brilla come 10 soli e dista 16 anni luce.

Nella mitologia  l’Aquila era l’uccello di Zeus che portava avanti e indietro la folgore del dio scagliata contro i suoi nemici; era  posta anche a  guardia della Freccia (costellazione vicina) di Eros che aveva colpito  Zeus e lo aveva fatto  innamorare del giovane Ganimede.

[1] Le stelle vengono indicate  oltre che con nomi derivanti dalla tradizione araba o latina o greca, anche con le lettere greche e il genitivo latino della costellazione di appartenenza. Di solito si parte dalla più luminosa, alfa, poi beta e così via.

[2] La magnitudine apparente di una stella è una scala inversa che va da 1 a 6, inventata da Ipparco(190-127 a.C). Per ogni grado della scala la luminosità diminuisce di 2,5 volte. Le più luminose hanno valori di mag. più bassi. Oggi si usano anche valori inferiori e negativi.

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Le mappe del cielo sono  tratte da Skymap, software scaricabile in versione demo dal sito http://www.skymap.com

Crediti

Autore: Lucia Corbo. Docente di Scienze naturali ed esperta di didattica dell’Astronomia, ha collaborato con  varie riviste curando articoli, rubriche e  materiali multimediali. Per   il Miur ha curato il cd “Gli studenti fanno vedere le stelle” e con N. Scarpel il libro “Astronomia in rete”;  ha  promosso e coordinato  le prime edizioni delle Settimane dell’Astronomia per le scuole.   Ha tenuto molteplici corsi di aggiornamento sulla didattica delle Scienze e dell’Astronomia per insegnanti  e   corsi di Astronomia per studenti ed adulti, in presenza e on line.