Prendiamoci cura della Terra

I fiori di aprile

Fioritura di Violaciocca minore (Matthiola fruticulosa) sulla retroduna di Mari Ermi (Oristano).

L’abbondante pioggia che ha caratterizzato questa primavera ha reso lussureggiante la vegetazione primaverile che sta sfoggiando fioriture fenomenali per abbondanza ed esuberanza.

L’impossibilità di contenere in una pagina tutte le specie che fioriscono in Aprile, farà focalizzare la nostra attenzione sugli ambienti “più fioriti”. Seguiremo il percorso di colori e profumi immaginando una passeggiata dalle zone retrodunali alle aree boscate di pianura, rappresentate in Italia  soprattutto da pinete piantate in tutte le epoche storiche. Non mancherà, come sempre, un’occhiata ai campi, siano essi coltivati o lasciati a pascolo.

In prima linea, sulla duna, i prati tinti di rosa dalla Silene colorata (Silene colorata) e quelli violacei e intensamente profumati della Violaciocca minore (Matthiola fruticulosa) sono interrotti dal giallo dei fiori del Papavero cornuto (Glaucium flavum). Le aree ancora sabbiose più distanti dal mare possono ospitare il delicato Cisto giallo o alimo (Halimium halimifolium) che può formare folti popolamenti; sui piani rocciosi prospicienti la costa, invece, domina il giallo più scuro  dell’Asterisco marittimo (Asteriscus maritimus) insieme al bianco della cosmopolita Camomilla pellegrina (Anthemis tomentosa). Frequentissimi nelle zone retrodunali, siano esse sabbiose o rocciose, piccoli popolamenti di Iris (Gynandriris sisyrinchium),  fiori azzurro viola dall’aria delicata ma molto resistenti.

Ginestra odorosa (Spartium junceum)

Proseguendo verso l’interno, sui suoli calcarei spicca il giallo abbagliante della profumata Ginestra odorosa (Spartium junceum), mentre quelli più acidi vengono fittamente colonizzati dal Cisto di Montpellier (Cistus monspeliensis), bianco dei suoi fiori piccoli e numerosi. Questo basso cespuglio riesce a resistere in luoghi particolarmente caldi e arsi grazie alle foglie strette e colme di oli essenziali che lo difendono dalla disidratazione.

Spesso, dietro i cordoni dunali si formano pozze umide che possono diventare piccoli laghi più o meno salmastri. Sono i giunchi a connotare anche il più piccolo affioramento d’acqua, non importa se dolce o salmastra. In aprile il Giunco pungente (Juncus acutus) fiorisce con fiori poco vistosi posti su getti che si confondono con le lunghe foglie acuminate. Le regine delle piccole paludi salmastre retrodunali sono indubbiamente le Tamerici;  la più comune, la Tamarix gallica, in questo periodo copre i delicati e flessibili rami di piccolissimi fiori bianchi o rosati che il più lieve refolo muove con leggerezza. Molte le cultivar di questa specie che vengono utilizzate a scopo ornamentale. Se la palude è più estesa ed è ormai separata dalla costa, sui bordi delle acque dolci, possiamo ammirare la  fioritura dell’Orniello (Fraxinus ornus), gradevolmente profumata; le “pannocchie” di fiori bianchi, che in questa specie compaiono insieme alle foglie,  ricordano piccoli fuochi d’artificio.

Rami fioriti di Tamerice (Tamarix gallica)

Lasciandoci le dune alle spalle, nella gariga che precede le pinete, vive il Cisto rosso (Cistus incanus) con le sue grandi corolle rosa-rosse che sembrano carta velina stropicciata e, un po’ più riparato, il Cisto femmina (Cistus salviifolius) con i suoi fiori bianchi dal cuore dorato. E’ questo l’ambiente d’elezione della Quercia coccifera (Quercus coccifera) dalle infiorescenze poco appariscenti che daranno ghiande dalla cupola spinosa.

Anche le pinete sono in piena fioritura: il più piccolo alito di vento muove i coni maschili e disperde i gialli pollini rendendo l’aria lucente e fiabesca. Nelle zone immediatamente dietro le dune riconosciamo il Pino marittimo (Pinus pinaster), mente nelle aree più interne troviamo estese formazioni a Pino d’Aleppo (Pinus halepensis) e  Pino domestico (Pinus pinea), quest’ultimo molto apprezzato per i pinoli che ci regalerà in autunno. Dove gli aghi di pino sono meno fitti la grossa brattea giallo verdina del  Gigaro (Arum italicum) racchiude il tratto fiorifero dello spadice.

Nei pochi territori in cui non sono state piantate pinete,  se il terreno è molto arido, possiamo trovare fiorito il Giuggiolo selvatico (Ziziphus lotus) molto amato dagli uccelli frugivori e da alcuni insettivori, altrimenti la macchia si esprime con fitti arbusti come il Terebinto (Pistacia terebinthus) dai fiori brunastri dioici, disposti in lunghe pannocchie. La forte insolazione non scoraggia la gialla fioritura del Citiso trifloro (Cytisus villosus), mentre il Citiso a foglie sessili (Cytisus sessilifolius) preferisce fiorire in boschi e boscaglie a foglie decidue. Non è così per il Caprifoglio (Lonicera implexa) che con i suoi fiori rosati profuma il sottobosco di Leccio (Quercus ilex), anch’esso fiorito.

Arisaro comune (Arisarum vulgare). Foto di Giuliano Salvai.

Dirigendosi verso i campi, lungo i bordi dei sentieri, dove resta un po’ di riparo e umido le foglie un po’ a cuore riparano le lunghe teorie di Arisaro comune (Arisarum vulgare) che si accompagna alle diverse specie di Cicerchie (Lathyrus sp.) che spesso invadono anche gli incolti. I campi aperti e pianeggianti, anche se apparentemente uniformi per le condizioni termoclimatiche, contengono, in realtà, molti microhabitat che selezionano le diverse specie che vi si insediano. Così nei pascoli in cui il terreno è più calcareo abbonderà la Ferula comune (Ferula communis), mentre sarà molto facile trovare il Lupino selvatico (Lupinus angustifolius) su terreni tendenzialmente acidi. La Malva selvatica (Malva sylvestris), molto utilizzata anche nella medicina tradizionale, è a suo agio nei prati e nei luoghi incolti di pianura, le diverse specie di Malvone (Lavatera sp.) invece, è più facile trovarle sui ruderi o sui bordi delle strade.  Alcune specie come il Papavero cornicolato (Glaucium corniculatum) e i Sonaglini maggiori (Briza maxima) preferiscono i campi incolti, mentre il Latte di gallina (Ornithogalum narborense) invade vigne e orti; il Papavero comune (Papaver rhoeas), per par condicio, è onnipresente! Difficile, invece è definire l’habitat della Sulla comune (Hedysarum coronarium) visto che viene coltivata come foraggera e spesso la si ritrova selvatica sui bordi delle strade e negli incolti.

Per stimolare lo spirito di osservazione di chi legge, parlando degli ambienti rurali, non voglio dimenticare il Centonchio azzurro (Anagallis foemina). E’ un fiore che si trova in tutti i campi ed è davvero molto bello ma…è anche molto piccolo, e bisogna aguzzare la vista per meritare di vederlo!

Fioritura di Papavero comune (Papaver rhoeas) in una zona rurale di Sassari.

Chiudiamo questa lunga carrellata di gioie per gli occhi con le Orchidacee. Fiori di grande rusticità e bellezza, in aprile aprono le loro corolle la  Serapide lingua (Serapias lingua), la Serapide maggiore (Serapias vomeracea), l’Ofride dei fuchi (Ophrys fuciflora) e, dulcis in fundo, l’Orchidea maggiore (Orchis purpurea).

 

Orchidea maggiore (Orchis purpurea)

Crediti

Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.