Prendiamoci cura della Terra

I fiori di novembre

I paesaggi di Novembre non sono certo illuminati da molte fioriture, sono piuttosto spennellati da molti bruni, gialli e ocre che aumentano con l’altitudine e preludono ai nudi rami invernali.

Prima di parlare delle fioriture novembrine vorrei concentrare l’attenzione di chi legge su questa abitudine che hanno le piante più esposte al freddo di spogliarsi delle foglie.

Nei territori in cui la temperatura scende sotto lo zero le piante, per non rischiare di gelare, diminuiscono la quantità di liquidi che scorre sotto la corteccia lasciando cadere le foglie.

Nella zona che si trova tra il ramo e il picciolo fogliare viene a formarsi un tessuto di separazione: uno strato di cellule originate dal deposito di particolari sostanze, le suberine. Questo piccolo strato di sughero crea una perfetta cicatrice, che “tappa” il punto in cui era attaccato il picciolo della foglia, impedisce l’essiccamento delle cellule interne della pianta e blocca l’accesso di pericolosi parassiti.

Ma quando comincia a formarsi questo tessuto di separazione? Quando aumentano le auxine, ormoni che la pianta produce quando diminuisce il fotoperiodo, cioè quando diminuiscono le ore di luce.

Durante il processo di caduta delle foglie l’albero trasferisce le sostanze ancora utilizzabili che si trovano al loro interno nelle sue parti perenni (rami, rametti e gemme), e si libera, concentrandoli nelle foglie che stanno per cadere, di molti materiali inutilizzabili (scorie).

Elleboro di Corsica (Helleborus lividus). Foto di Hans Braxmeier

Ma andiamo a guardare quali fiori colorano la lettiera sempre più crocchiante di foglie appena cadute e quindi meno buia del sottobosco.

Il Ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium) continua a tingere di rosa i piedi degli alberi e i suoi delicati fiori spuntano a ciuffi fra le pietre coperte di muschio.

Nei boschi del piano montano l’Elleboro di Corsica (Helleborus lividus) comincia la sua fioritura che si protrarrà fino ad aprile. E’ un endemismo sardo-corso, cioè una pianta che si trova solo in Corsica e Sardegna. Questa pianta dalle foglie dentate fiorisce con grappoli di fiori larghi 5-6 cm che variano dal verde tenue al rosato.

In novembre fiorisce anche una pianta che molti considerano erroneamente un’alga: la Posidonia (Posidonia Oceanica). Pianta importantissima per il benessere dell’ecosistema marino costiero, forma praterie subacquee che costituiscono l’habitat di migliaia di specie faunistiche. I fiori della Posidonia ovviamente non sono vistosi perché non hanno bisogno di attirare impollinatori, visto che il loro polline è affidato alle correnti del fondo o al moto ondoso profondo.

Gli ultimi fiori della Canna domestica (Arundo donax) e della Cannuccia di palude (Phragmites australis) affidano al vento d’autunno le loro morbide infiorescenze prima del riposo invernale. Le Canne seccheranno le loro foglie e in primavera rigetteranno dai nodi, mentre Cannucce seccheranno del tutto e i nuovi getti verranno emessi direttamente dalle radici galleggianti.

Fiori di Posidonia (Posidonia oceanica)

Chiudiamo la breve passerella dei fiori d’autunno ricordando i profumatissimi grappoli piramidali dei fiori del Nespolo del Giappone (Eriobotrya japonica). A dispetto del suo nome, l’albero che coltiviamo comunemente in Italia è di origine cinese e iniziò la sua diffusione in Europa all’inizio del 1800. Il primo esemplare fu impiantato nel giardino Botanico di Parigi nel 1784, ed poi, ai Kew Gardens di Londra nel 1787. Così, mentre deliziamo il nostro olfatto con i suoi fiori, aspettiamo che questo albero in primavera delizi il nostro palato con i suoi dolci frutti…

Crediti

Autore: Anna Lacci è divulgatrice scientifica ed esperta di educazione all’ambiente e alla sostenibilità e di didattica del territorio. E’ autrice di documentari e volumi naturalistici, di quaderni e sussidi di didattica interdisciplinare, di materiali divulgativi multimediali.